Elezioni 2022, ecco le 100 proposte di Legambiente ai partiti in corsa

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Quale transizione ecologica serve all’Italia e in quale direzione dovrà andare la prossima legislatura? Legambiente, in vista delle elezioni del 25 settembre, ha presentato ai partiti in corsa la sua Agenda: un documento che raccoglie 100 proposte suddivise in 20 ambiti tematici, con riforme e interventi sulla transizione ecologica e che hanno al centro la lotta alla crisi climatica, l’innovazione tecnologica, il lavoro e l’inclusione sociale. Temi fondamentali per il futuro del Paese e che, per l’Associazione ambientalista, si traducono in nuove leggi da approvare (eliminazione dei sussidi alle fonti fossili, consumo di suolo, riordino dei bonus edilizi, lotta alla gestione illecita dei rifiuti, illegalità nelle filiere agroalimentari, tutela della fauna e della flora protette), semplificazioni, velocizzazione degli iter autorizzativi a partire dagli impianti a fonti rinnovabili e dell’economia circolare; approvazione di decreti attuativi mancanti (end of waste per il riciclo, legge di recepimento della direttiva Red II su rinnovabili, agricoltura biologica e controlli del Sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente). E poi, tra gli altri interventi da mettere in campo, uno spostamento di risorse pubbliche dai settori più inquinanti a quelli più innovativi e con minor impatto ambientale, intervenendo sui sussidi ambientalmente dannosi; potenziamento in organico e competenze degli uffici centrali e territoriali preposti al rilascio delle valutazioni di impatto ambientale, delle autorizzazioni e ai controlli; investimenti in nuove infrastrutture green, a partire da impianti eolici a terra e mare, fotovoltaici sui tetti, agrivoltaici, impianti industriali dell’economia circolare, quelli per smaltire l’amianto, mobilità urbana a zero emissioni, trasporto pendolare, ammodernamento di acquedotti, adeguamento dei depuratori esistenti e realizzazione dei nuovi, riqualificazione degli edifici scolastici, solo per citarne alcuni.
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«Se la transizione ecologica italiana andrà in questa direzione, potrà contribuire davvero a tutelare l’ambiente, creare nuova occupazione, realizzare nuovi impianti di economia verde e aiutare famiglie e imprese a ridurre il caro bollette», si legge in una nota diffusa da Legambiente. Sul fronte occupazionale l’Italia, secondo l’ultimo Rapporto Green Italy di Fondazione Symbola e Unioncamere, vantava a fine 2020 oltre 3,1 milioni di occupati in green job. La spinta che può arrivare dalle rinnovabili, in coerenza con il pacchetto europeo REPowerEU, secondo l’associazione confindustriale Elettricità Futura garantirebbe 470mila nuovi posti di lavoro entro il 2030, in aggiunta ai 120mila di oggi. Secondo Fondazione Enel e The European House – Ambrosetti in Italia, il percorso verso emissioni nette pari a zero entro il 2050 creerà 2,6 milioni di nuovi posti di lavoro.
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Accanto alle 100 proposte, Legambiente indica anche tre fari da seguire: 1) l’Europa, che ha una leadership importante a livello internazionale nella lotta alla crisi climatica; 2) la riconversione ecologica del tessuto produttivo, che può garantire milioni di nuovi posti di lavoro, l’apertura di nuovi impianti produttivi o  la riconversione di quelli già esistenti; 3) la giusta transizione ecologica, un obiettivo da perseguire in primis penalizzando economicamente le aziende più inquinanti, a partire da quelle che hanno fatto extraprofitti clamorosi nel settore delle fossili; favorendo le riconversioni delle competenze professionali e dei cicli produttivi a maggior impatto ambientale, utilizzando anche le risorse europee del Just Transition Fund; contrastando gli interessi ecomafiosi che stanno già puntando ad acquisire appalti e risorse dedicati alla riconversione ecologica dell’economia; combattendo la povertà energetica e facilitando l’accesso a servizi e più innovative ai meno abbienti.
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«Da parte di tutti i partiti, a cominciare da quelli che sosterranno il prossimo governo, ci aspettiamo più coerenza rispetto allo storico voto unanime del febbraio scorso, che ha portato all’inserimento nella Costituzione della tutela dell’ambiente, della biodiversità e dell’interesse delle future generazioni», dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente. Occorre, dunque, correggere la rotta rispetto a quanto fatto fino ad oggi. Non faremo mancare il nostro contributo, come dimostra l’Agenda di Legambiente che abbiamo presentato ai partiti e che mette al centro la difesa dell’ambiente e gli interessi delle imprese e delle famiglie”.
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Il documento completo delle 100 proposte è scaricabile dal sito www.legambiente.it

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