“Mal Aria di città”, l’inquinamento cresce anche in Sardegna

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L’emergenza smog nelle città italiane è un problema sempre più pressante. Secondo il nuovo report di Legambiente, “Mal Aria di città. Cambio di passo cercasi”, i livelli di inquinamento atmosferico in molte città sono ancora troppo alti e lontani dai limiti normativi, più stringenti, previsti per il 2030. Il report, redatto e pubblicato nell’ambito della Clean Cities Campaign, ha messo in evidenza i dati del 2022 nei capoluoghi di provincia italiani, sia per quanto riguarda i livelli delle polveri sottili (PM10, PM2.5) che del biossido di azoto (NO2). In sintesi, infatti, ben 29 città delle 95 monitorate hanno superato gli attuali limiti normativi per gli sforamenti di PM10 (35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo) con le centraline di Torino (Grassi) che si piazzano al primo posto con 98 giorni di sforamento. Molte città italiane città hanno doppiato il numero di sforamenti consentiti.
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In merito al PM10, l’analisi delle medie annuali ha mostrato come nessuna di esse abbia superato il limite previsto dalla normativa vigente. Tuttavia, ciò non è sufficiente per garantire la salute dei cittadini, in considerazione delle raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità e dei limiti previsti dalla nuova direttiva europea sulla qualità dell’aria, che entreranno in vigore dal 1° gennaio 2030. Per il PM10, sarebbero infatti solo 23 su 95 (il 24% del totale) le città italiane che non hanno superato la soglia di 20 µg/mc.
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«Servono interventi incisivi per rendere le nostre città più salubri», è il parere di Annalisa Colombu, presidente di Legambiente Sardegna. «Le strade devono essere progressivamente liberate dalle auto per lasciar posto alle persone, alla mobilità dolce e al trasporto pubblico. Il verde urbano deve essere aumentato continuando la piantumazione di alberi e incentivando la realizzazione aiuole, tetti verdi e giardini verticali. Dobbiamo ripensare le città mettendo le persone al centro del nostro progetto: creare spazi verdi genera un beneficio non solo sociale ma anche sanitario, e investire sul futuro delle nuove generazioni e sulla salvaguardia del nostro pianeta. Abbiamo degli ottimi esempi in Sardegna, come Olbia che è una città 30 Km/h. Alla Regione chiediamo di trovare il modo di replicare le buone pratiche e investire su città pulite e sicure. La Sardegna deve continuare a rispettare i limiti, ma la vera sfida è diminuire le emissioni e adeguarsi alle nuove normative, cercando di trasformare le nostre città in luoghi sicuri, ridisegnando lo spazio cittadino con azioni concrete che vadano verso la mobilità sostenibile».
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«I limiti di legge nelle concentrazioni sono rispettati, ma non è sufficiente: in Sardegna, in 3 dei 4 capoluoghi considerati il PM10 negli ultimi 10 anni è addirittura aumentato (a Nuoro e Oristano del 3% all’anno e a Sassari dell’1% annuo), mentre a Cagliari, che soffre delle concentrazioni più alte insieme a Oristano (27ug/mc), non c’è stato nessun miglioramento», spiega Giorgio Querzoli del Comitato scientifico di Legambiente Sardegna. «Sullo stesso orizzonte temporale, la concentrazione di NO2 vede un leggero miglioramento nei 4 capoluoghi e solo Cagliari è leggermente al di sopra dei limiti Ue (9% in più), ma è necessario accelerare per i limiti raccomandati dall’Oms che sono quelli più rilevanti per la tutela della salute».

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