Presentato a Firenze il Manifesto dei Csv: i nuovi bisogni del volontariato

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La presidente e il direttore pro tempore del Csv Sardegna, Lucia Coi e Franco Marras, hanno partecipato al convegno “Fare bene insieme, consolidare ed evolvere. Luoghi per parlare di vision”, che si è tenuto a Firenze. L’evento era organizzato da CsvNet in collaborazione con il Cesvot e il sostegno di Crédit Agricole Italia e Innovation Center Fondazione Cr Firenze. Ai lavori hanno partecipato 200 rappresentanti dei 49 Centri di servizio. Alla tavola rotonda conclusiva hanno preso parte la presidente di CsvNet, Chiara Tommasini, il viceministro del Lavoro e delle politiche sociali, Maria Teresa Bellucci, il presidente di Acri, Francesco Profumo, e la portavoce del Forum Terzo settore, Vanessa Pallucchi.
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È stata l’occasione per presentare il Manifesto dei Csv, dal titolo “I Csv come agenti di sviluppo del volontariato nei territori. Un manifesto per fare bene insieme”, è un documento che riassume in otto punti l’agenda che il sistema dei Csv italiani ha fissato per potenziare lo sviluppo del volontariato nei prossimi anni. Un Manifesto come bene collettivo di una comunità in cammino, frutto di mesi di confronto per ripensare, in un’ottica di sviluppo, i servizi alle Associazioni e potenziare il valore aggiunto delle risorse di un sistema capace di creare legami sociali e connessioni fra soggetti diversi che operano nelle nostre comunità.
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I Centri di servizio per il volontariato hanno avviato in tutto il Paese una nuova stagione d’impegno, che parte dalla riorganizzazione dettata dalla riforma del Terzo settore. Il Manifesto è frutto del lavoro di un anno, cui hanno dato il loro contributo centinaia fra presidenti, consiglieri, dirigenti e operatori dei Csv, ma anche esperti e stakeholder di settore, ad iniziare dal mondo delle Fondazioni di origine bancaria che, sotto il controllo della Fondazione Onc, finanziano i Centri.
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Il documento fissa i principi che orienteranno gli sforzi e i prossimi investimenti dei Csv: promuovere la crescita delle esperienze associative; alimentare la collaborazione tra le realtà del volontariato; favorire la cooperazione tra volontariato, istituzioni e imprese; valorizzare le forme emergenti di volontariato; animare la cultura della convivenza, del dono e dell’aiuto; sviluppare le capacità organizzative del volontariato; riconoscere l’orizzonte dei diritti, focalizzare i problemi e le sfide dei territori a livello nazionale.
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«Il Manifesto – spiega Chiara Tommasini – è il frutto di un intenso processo di partecipazione in cui ogni attore è stato coinvolto per ridefinire la visione del nostro sistema. Siamo partiti dall’esigenza di rileggere i bisogni del volontariato e approfondito i temi connessi alla sua azione. Abbiamo di fronte due grandi sfide: in primo luogo favorire l’empowerment delle associazioni per fare in modo che sviluppino il loro potenziale organizzativo e la loro capacità di contare su nuove risorse. In secondo luogo, promuovere un lavoro di animazione territoriale per far sì che le associazioni diventino punto di riferimento per le comunità, ad iniziare dalla pubblica amministrazione ma anche per imprese e fondazioni, per co-programmare e co-progettare le politiche di sostegno alle fragilità e di cura del territorio. Per fare questo dobbiamo viverci come agenzie di sviluppo del volontariato e lo faremo grazie alla direzione che questo Manifesto imprimerà al sistema».

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